giovedì 21 novembre 2013

A Maria




“C’è un angolo del cuore in ogni mamma dove sempre ardente brucia una fiamma.

Il mio è come terra rigogliosa, come la veste bianca di una sposa.

Tra le sue pieghe Dio ha messo un seme che è simbolo di redenzione e speme.

Mi ha avvolto il grembo e circondato i fianchi

con mazzi di rose e fila di gigli bianchi.

Nel mio seno ha sparso fiori di mughetto da donare al suo Figlio Prediletto.

Così, è nel giardino dell’Anima mia che custodisco ogni Ave Maria.”

                                                                                                                                                  (Giuseppe Contrino)

Stava Maria in piedi a contemplar la croce...




Stava Maria in piedi a contemplar la croce

quando Gesù emise un grido atroce

 
Tu che mi nutristi al seno e posto nel giaciglio

che ne hanno fatto, Madre, ora di tuo Figlio?

 
Ancor percorri, con vivida memoria,

i passi svelti della nostra storia?

 
Dicevi che senza Dio non si possiede nulla

e così mi istruivi già dentro la mia culla!

Tu hai cucito la mia veste e

ricamato l’orlo del mantello e

Dio t’ha resa Madre dell’Agnello!

 
Osserva il mio corpo martoriato

ho preso su di me tutto il peccato!

Ora che grande come il mare è Madre il tuo dolore

giacché una spada t’ha trafitto il cuore!

 
La donna lo ascoltava nel silenzio meditando

mentre si abbandonava all’agonia e al pianto

 
Come un fascetto di mirto ti ho tenuto stretto sul mio seno,

con gioia ti ho dato al mondo,

Gesù Nazareno!

 
L’angelo mi rivelò saresti divenuto segno di contraddizione

E che t’avrebbero incoronato

Con corona di tribolazione

 
O chiodi! O piaghe! O Spine! O croce benedetta!

Siate testimoni che non v’è vendetta!

 
O fiato del mio fiato! Cuore del mio cuore!

Adesso vedo come un Dio muore!

 
Egli non disdegna né maledice alcuno,

nessun carnefice, nessun tribuno,

ma mentre la sua anima inesorabilmente langue

Egli versa il suo prezioso sangue

 
Il Cristo chinò il capo e guardò sua Mamma

che stava ai piedi della Croce

come lucente fiamma

 
E, prima di spirare, per non arrecarLe pena,

Le consegnò Giovanni con la Maddalena

 

Le disse:

_ “Come vite hai dato frutto di soave odore,

Madre delle genti e del Salvatore!”

                                                (Giuseppe Contrino)

                                                                           

Madre del bell'amore

 
 
Maria è il Trono della Divina Grazia stabilito da Dio sulla misericordia, per tal motivo molti la invocano come Madre di Misericordia e come il Signore è pieno di pietà, così è anche la nostra Signora e, come il Figlio, così anche la Madre non sa negare la sua misericordia a chi la invoca.

Perciò l’abate Guerrico fa parlare così Gesù a sua Madre:

“Madre mia, in te collocherò la sede del mio trono, per mezzo tuo farò le grazie che mi si chiedono. Hai dato a me l’essere umano, io darò a te l’essere di Dio, ti comunicherò l’onnipotenza affinché tu possa aiutare e salvare chi vuoi”.

Gesù Cristo esaudisce tutte le domande di Maria anche quasi per soddisfare all’obbligo che ha verso la Madre, per avergli dato, con il suo consenso, l’essere umano.

“Rallegrati, dunque, o Maria, che hai la gioia di avere per debitore quel Figlio che a tutti dà e niente riceve da nessuno. Tutti noi siamo debitori a Dio di quanto abbiamo, poiché tutto è suo dono; ma per te Dio stesso ha voluto farsi debitore, prendendo da te la carne e facendosi uomo”.

“La Vergine ha meritato di dare la carne al Verbo divino e di preparare così il prezzo della nostra redenzione, affinché noi fossimo liberati dalla morte eterna, perciò ella è più potente di tutti nell’aiutarci a conseguire la salvezza eterna”.

“Il Figlio gradisce di essere pregato da sua Madre, perché vuole accordarle tutto ciò che egli accorda per riguardo a lei, e così ricompensare la grazia che ella gli rese rivestendolo della nostra carne”.

 Tu, Vergine Madre di Dio, sei il Principio, il Mezzo e la Fine della nostra felicità.

Il “Principio” perché ci ottieni il perdono dei nostri peccati; “Mezzo”, perché ci ottieni la perseveranza nella grazia divina; “Fine”, perché alla fine ci ottieni il Paradiso.

Sia sempre lodata la bontà infinita del nostro Dio che ha costituito in cielo per nostra Madre e avvocata Maria, rendendola in tutto simile ad un ponte di salvezza, per cui facendoci passare sopra le acque di questo mondo, possiamo giungere al porto tranquillo del Paradiso.

Per questo tutti in coro, festanti, ti lodiamo dicendo:

“Ave, stella del Mare. Ave, città santa di Dio. Madre Nostra Dolcissima e Madre di Gesù Cristo.”


Così hai detto: Io sono la Madre del bell’amore, chi trova me trova la vita ed ottiene il favore del Signore.

Ti salutiamo così, Madre nostra dolcissima:

“O Madre di Dio, se io metto la mia fiducia in te, sarò salvo. Se io sono sotto la tua protezione, non ho nulla da temere, perché essere tuo devoto è avere armi sicure di salvezza, che Dio concede solamente a coloro che vuole salvi”.

giovedì 7 novembre 2013

Accostiamoci al Trono della Grazia



‘Accostiamoci con fiducia al Trono della Divina Grazia’

Compendio tratto e sviluppato da Le Glorie di Maria opera di S. Alfonso M. de Liguori e il Trattato della vera devozione a Maria di S. Luigi Maria Grignion de Monfort.

 

1.   Quanto è dolce in vita e in morte il nome di Maria

Il nome “Maria” dato alla divina Madre non fu trovato sulla terra, né inventato o scelto dagli uomini, come avviene per tutti gli altri nomi, ma fu voluto da Dio. “il nome Maria viene dal tesoro della divinità”. Tutta la Santissima Trinità le diede questo nome, superiore ad ogni nome dopo quello del Figlio suo, e gli conferì una tale maestà e potenza che, nel sentirlo pronunciare, volle che per riverenza tutti prostrati lo adorassero, il cielo, la terra e perfino l’inferno”.

 

“Il nome di Maria è chiave del paradiso, gioia del cuore, miele nella bocca, melodia all’orecchio” dei suoi devoti. Perfino per gli angeli è dolce sentir risuonare il nome di Maria che osannanti in cielo lodano il nome della Vergine  ripetendo in coro:

-        Il Signore ti ha chiamato con il nome di stupendo ulivo” Ger 11,16

-         Il tuo nome è profumato come olio versato” Ct 1,2

Maria viene, difatti, paragonata alla pianta di ulivo: Come un ulivo maestoso nella pianura Sir 24,14 perché, come dall’ulivo si ricava l’olio, simbolo di misericordia, così dalle mani di Maria escono grazie e misericordie.  

“Come l’olio guarisce i malati, sparge odore e accende la fiamma, così il nome di Maria guarisce i peccatori, ricrea i cuori e li infiamma di amore divino”.

 

La Vergine Santa è “chiamata porta del cielo”: a tutti coloro che confidano nella protezione di Maria si aprirà la porta del cielo per riceverli, è a questa augusta Signora che Dio ha consegnato le chiavi e i tesori del regno dei cieli.

La Santa Madre è anche chiamata dalla Chiesa “Stella del mare”: come i naviganti sono guidati al porto per mezzo della stella, così i cristiani sono guidati al paradiso per mezzo di Maria. Allo stesso modo è chiamata ‘scala del cielo’, poiché per mezzo di Maria Dio è sceso dal cielo in terra, affinché grazie a lei gli uomini meritassero di salire dalla terra al cielo. Sia dunque, ognuno di noi, incoraggiato a ricorrere sempre a questo augusto nome che basterà da solo a guarirci da tutti i nostri mali, dicendo che non c’è infermità così grave, che non sia subito vinta dalla forza del nome di Maria.

La Beata Vergine stessa rivelò a Santa Brigida che come i demòni, appena udito il suo nome, fuggono come dal fuoco che brucia, così gli angeli buoni si avvicinano maggiormente alle anime giuste che lo pronunciano devotamente.

Come il respiro è segno di vita, così il nominare spesso il nome di Maria è segno o che già si vive nella grazia divina o che presto verrà la vita, poiché questo nome potente ha virtù di ottenere l’aiuto e la vita a chi devotamente lo invoca.

La nostra Regina è così clemente e pia che quando un peccatore qualsiasi va a raccomandarsi alla sua pietà, lei non si mette a esaminare i suoi meriti, se è degno o no di essere esaudito, ma esaudisce e soccorre tutti. Insomma il nome di Maria, Madre di Dio, è tutto pieno di grazie e benedizioni divine; è come una torre fortissima.

Il peccatore che vi si rifugia sarà liberato dalla morte. Questa torre celeste difende e salva tutti i peccatori, anche i più perduti. Torre di fortezza che non solo libera i peccatori dal castigo, ma difende anche i giusti dagli assalti dell’inferno.

“Dopo il nome di Gesù non c’è altro nome in cui si trovi tanto aiuto, da cui venga concessa tanta salvezza agli uomini quanto dal nome di Maria”.

Allora, seguendo il bel consiglio di San Bernardo, “nei pericoli, nelle angosce, nei dubbi, pensiamo sempre a Maria e invochiamo Maria insieme al nome di Gesù, poiché questi due nomi sono sempre uniti”.

Che questi due nomi tanto dolci e potenti non si allontanino mai dal nostro cuore e dalle nostre labbra, poiché ci daranno la forza per non cedere e per vincere sempre tutte le tentazioni.

 

Preghiera (San Bonaventura):

 

“Per la gloria del tuo nome, quando l’anima mia uscirà da questo mondo, vienile incontro, Vergine benedetta, e prendila fra le tue braccia. Non disdegnare di venire allora a consolarla con la tua dolce presenza. Sii per essa la scala e la via per il paradiso. Ottienile la grazia del perdono e l’eterno riposo. O Maria, avvocata nostra, difendi i tuoi devoti e prendi a tuo carico la loro causa davanti al tribunale di Gesù Cristo.”

Amen

 

Ave Maria

 

 

2.   L’Immacolata Concezione di Maria

Convenne a Dio e alle tre divine Persone preservare la Vergine benedetta dalla colpa originale e più precisamente vedremo che convenne al Padre preservarla come figlia, al figlio come Madre, allo Spirito Santo come sposa.

In primo luogo convenne all’eterno Padre far sì che Maria fosse immune dalla macchia originale perché era sua figlia e figlia primogenita, come lei stessa attestò: Io sono uscita dalla bocca dell’Altissimo, primogenita di tutte le creature (Sir 24,5 Vg).

Inoltre convenne che l’eterno Padre la creasse nella sua grazia perché la destinava a diventare riparatrice del mondo perduto e mediatrice di pace tra gli uomini e Dio - in questo Maria fu prefigurata nell’arca di Noè – infatti, come per mezzo dell’arca gli uomini furono liberati dal diluvio, così per mezzo di Maria noi siamo salvati dal naufragio del peccato; con la differenza che nell’arca si salvarono in pochi, mentre per mezzo di Maria è stato liberato tutto il genere umano. Per questo è anche chiamata “Nuova Eva, madre della vita”, perché la prima fu madre della morte, mentre la Santissima Vergine è madre della vita – Chi trova me trova la vita ed ottiene il favore del Signore (Pr 8,35).

Di più convenne che Dio la preservasse dalla colpa originale, poiché la destinava a schiacciare la testa del serpente infernale che, seducendo i primi genitori, recò la morte a tutti gli uomini, come gli predisse il Signore: Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa (Gen 3,15).

Ora, se Maria doveva essere la donna forte posta nel mondo per vincere Lucifero, certo non conveniva che lei fosse vinta da Lucifero e fatta sua schiava: ma fu ragionevole che fosse piuttosto esente da ogni macchia e da ogni sottomissione al nemico. Il superbo, avendo già infettato con il suo veleno tutto il genere umano, cercò di infettare anche la purissima anima di questa Vergine. Ma sia sempre lodata la divina Bontà che con tanta grazia la pervenne a questo fine, che restando ella liberata da ogni reato di colpa, così poté abbattere e confondere la sua superbia.

Ma soprattutto convenne principalmente all’Eterno Padre rendere immune questa sua figlia dal peccato di Adamo, perché la destinava come Madre del suo Unigenito adornandone l’anima di tutti i pregi più belli affinché fosse degna abitazione di Dio, conferendole una purità non soltanto superiore a quella di tutti gli uomini e di tutti gli angeli, ma anche la più grande, dopo quella di Dio tanto da rifulgere di una purezza tale che, all’infuori di Dio, non se ne possa concepire una maggiore.

“Insieme al corpo fu conservata anche l’anima della Vergine, com’era conveniente per Colei che doveva accogliere Dio nel suo seno. Infatti Dio che è santo dimora tra i Santi”.

In secondo luogo convenne al Figlio preservare Maria dalla colpa, come sua Madre.

Ai figli non è concesso di potersi scegliere a loro piacere la madre; se dunque soltanto il Figlio di Dio poté scegliersi la madre come gli piaceva, si deve tenere per certo che se la sia scelta quale conveniva ad un Dio.

Ed essendo degno di un Dio purissimo avere una Madre pura da ogni colpa, tale egli se la creò. Dio che è la Sapienza stessa, ha saputo costruirsi la casa, degna di lui, nella quale doveva abitare: La sapienza si è costruita la sua casa (Pr 9,1).

Possiamo a tal proposito citare il passo “Come l’Agnello, così la Madre dell’Agnello; poiché ogni albero si riconosce dal suo frutto”: se l’Agnello fu sempre immacolato, sempre immacolata dovette essere anche la Madre. Perciò solo Maria è una Madre degna di Gesù, e solo Gesù è un Figlio degno di Maria.   

Infine Maria fu la sola che meritò di essere chiamata madre e sposa di Dio. Infatti “lo Spirito di Dio venne corporalmente in Maria, e arricchendola di grazia più di ogni altra creatura, riposò in lei, e fece la sua sposa regina del cielo e della terra”.

Lo Sposo divino amò Maria fin dal principio e la esaltò nella santità al di sopra di ogni altra creatura, come attestò il Signore, quando lodò Maria dicendole: tutta bella sei tu, amata mia, e in te non vi è difetto (Ct 4,7).

Tutte la anime giuste sono figlie della grazia, ma fra queste Maria su la “colomba” senza fiele di colpa, la “perfetta” senza macchia d’origine, l’ “unica” concepita in grazia.

 

 

Preghiera:

 

“Madre Immacolata, io mi rallegro nel vederti arricchita di tanta purità. Ringrazio il nostro comune Creatore per averti preservata da ogni macchia di colpa, come io ritengo per certo, e per difendere questo tuo sì grande e singolare privilegio della tua Immacolata Concezione, sono pronto a dare, se necessario, anche la vita.

Vorrei che tutto il mondo ti conoscesse e ti riconoscesse come la bella aurora, sempre adorna della luce divina; come l’arca eletta di salvezza, libera dal comune naufragio del peccato; come la perfetta e immacolata colomba, quale ti dichiarò il tuo Sposò Divino; come il giardino chiuso che fu la delizia di Dio; come la fontana sigillata in cui non entrò mai il nemico a intorbidirla; infine come il candido giglio che, nascendo tra i rovi dei figli di Adamo, dove tutti nascono macchiati dalla colpa e nemici di Dio, tu nascesti tutta pura e candida, amica del tuo Creatore.

Lascia dunque che anch’io ti lodi, come ti lodò Dio stesso: Tutta bella sei tu, amata mia, e in te non vi è difetto (Ct 4,7). Purissima creatura, tutta bella e sempre amica di Dio: Quanto sei bella, amata mia, quanto sei bella! (Ct 4,1). Dolcissima, amabilissima immacolata Maria, tu che sei così bella agli occhi del Signore, degnati di rivolgere gli occhi tuoi pietosi sulle piaghe ripugnanti dell’anima mia.

Guardami, compatiscimi e guariscimi.

O calamita dei cuori, attira a te il mio misero cuore. Tu che apparisti pura e bella davanti a Dio fin dal primo istante di vita, abbi pietà di me che sono nato nel peccato, e dopo il battesimo ho di nuovo imbrattato di colpe l’anima mia.

Il Dio che ti scelto come sua figlia, madre e sposa preservandoti da ogni macchia, e nel suo amore ti ha preferita a tutte le creature, quale grazia potrebbe mai negarti?

Con San Filippo Neri, ti dico: “Fa’ che io mi ricordi sempre di te, e tu non ti scordare di me”. Non vedo l’ora di venire a vedere la tua bellezza in paradiso, per lodarti e amarti di più, mamma mia, regina mia, diletta mia, bellissima, purissima, immacolata Maria. Amen  

 

Ave Maria

 

 

3.   La figura di Maria come Trono della Grazia

 

E’ per mezzo della santa Vergine Maria che Gesù Cristo è venuto al mondo ed è ancora per mezzo di lei che deve regnare nel mondo. Dio ha scelto Maria per realizzare le sue grandi opere. Anche noi la dobbiamo scegliere per andare a Dio.

Maria è il grande e divino mondo di Dio, dove egli custodisce bellezze e tesori ineffabili; è la magnificenza dell’Altissimo, dove è nascosto come nel proprio seno il suo unico Figlio e, in lui, tutto ciò che egli ha di più grande e prezioso.

Dio Padre ha radunato una massa di acque che ha chiamato mare; egli ha pure riunito un insieme di tutte le grazie che ha chiamato Maria. Questo grande Dio possiede un tesoro, o un deposito ricchissimo, dove ha racchiuso tutto ciò che ha di più bello, di splendido, di raro e di prezioso, perfino il suo proprio Figlio; questo tesoro immenso non è altro che Maria, che i santi chiamano tesoro del Signore e della cui pienezza gli uomini sono arricchiti. Dio Figlio ha comunicato alla sua Madre tutto ciò che ha acquisito con la sua vita e la sua morte, i suoi meriti infiniti e le sue mirabili virtù e l’ha costituita tesoriera di tutto ciò che il Padre gli aveva dato in eredità; è per mezzo di lei che egli applica i propri meriti ai suoi membri, che comunica le proprie virtù e distribuisce le sue grazie; è il suo canale misterioso, il suo acquedotto, attraverso il quale fa passare con dolcezza e abbondanza le sue misericordie.

Dio Spirito Santo ha comunicato a Maria, sua sposa fedele, i propri doni ineffabili; l’ha scelta come dispensatrice di tutto ciò che possiede, di modo che ella distribuisce a chi vuole, nella misura che vuole, come e quando vuole, ogni dono e grazia; nessun dono celeste giunge agli uomini senza passare dalle sue mani verginali. Questa è la volontà di Dio: che noi riceviamo tutto per mezzo di Maria.

Come premio della sua profonda umiltà Dio l’ha costituita sovrana del cielo e della terra, comandante dei suoi eserciti, tesoriera delle sue ricchezze, dispensatrice delle grazie, operatrice delle sue grandi meraviglie, riparatrice del genere umano, mediatrice degli uomini, vincitrice dei nemici di Dio e fedele compagna delle sue imprese grandiosi e dei suoi trionfi.

Questa Madre di misericordia ha un tale desiderio di salvare i peccatori più perduti, che lei stessa li va cercando per aiutarli, e se ricorrono a lei, lei trova il modo di renderli cari a Dio.

Isacco desiderava cibarsi di selvaggina e promise che avrebbe dato la sua benedizione a Esaù. Ma Rebecca volendo che questa benedizione la ricevesse l’altro suo figlio Giacobbe, gli disse: Và subito al gregge e prendimi di là due bei capretti; io preparerò un piatto per tuo padre, secondo il suo gusto (Gen 27,9).

Rebecca, scrive sant’Antonino, è qui figura di Maria, che dice agli angeli: “Portatemi i peccatori (rappresentati dai capretti) perché io, ottenendo loro il pentimento e i buoni propositi, li condisco in modo da renderli cari ed accettabili al mio Signore”.

E ancora in un’altra vicenda Rebecca si pone come figura di Maria, la quale, al servo di Abramo che le chiedeva un po’ d’acqua da bere, rispose: Anche per i tuoi cammelli ne attingerò, finché non avranno finito di bere (Gen 24,19).

La nostra Madre di misericordia, ben più pietosa e generosa di Rebecca, non si contenta di dispensare le grazie della sua immensa misericordia soltanto ai servi di Abramo, che simboleggiano i servi fedeli di Dio, ma le dispensa anche ai cammelli, simbolo dei peccatori. E come Rebecca diede più di ciò che le fu richiesto, così Maria dona più di quel che le si domanda.

La santa Vergine rivelò a santa Brigida che non vi è al mondo nessun peccatore così nemico di Dio che se ricorre a lei e invoca il suo aiuto non ritorni a Dio e riacquisti la grazia. Quanti che meriterebbero di essere condannati dalla divina giustizia sono salvati dalla pietà di Maria, da questa dolce Regina!

I re e le regine con l’ostentazione della loro maestà, incutono timore, sicché i sudditi temono di presentarsi davanti a loro. Ma nella regalità di Maria non c’ nulla di terribile o di austero, ma si dimostra tutta dolcezza, offrendo a tutti latte e lana. Maria non solo dona grazie, ma offre a tutti noi latte di misericordia per animarci alla fiducia e lana di rifugio per ripararci dai fulmini della divina giustizia.

Si dice che la balena, quando vede i suoi figli in pericolo a causa delle tempeste e dei cacciatori, apre la bocca e li nasconde nel ventre. Così fa Maria.

La nostra Madre, quando vede i suoi figli i pericolo per la tempesta delle tentazioni che infuria, con amore materno li protegge come nascondendoli nel proprio grembo, e non smette di proteggerli fino a quando li abbia condotti nel porto sicuro del Paradiso”.

Maria ama e aiuta tutti gli uomini, perché tutti sono stati redenti da Gesù.

Oh! quanto si è potenti e forti presso Gesù Cristo quando si è armati dei meriti e dell'intercessione di Maria, degna Madre di Dio, la quale offre per le sue mani purissime tutti i nostri propositi, preghiere e buone azioni a Nostro Signore abbellendoli ed ornandoli dei suoi meriti e virtù.

 È come se un contadino, volendo guadagnarsi l'amicizia e la benevolenza del re, andasse dalla regina e le offrisse una mela, che è tutta la sua rendita, per offrirla al re. La regina, avendo accettato il povero piccolo dono del contadino, metterebbe questa mela nel centro di un grande e bel vassoio d'oro, e la offrirebbe così al re da parte del contadino; allora la mela, sebbene indegna in se stessa di essere offerta a un re, diventerebbe un dono degno della sua Maestà, in considerazione del vassoio d'oro su cui si trova e della persona che la offre. Accostiamoci dunque con fiducia al trono della grazia, Ricorriamo sempre a questa grande Madre di misericordia e speriamo di salvarci per mezzo della sua intercessione, poiché ella è la nostra salvezza, la vita, la speranza, il consiglio, il rifugio, l’aiuto nostro.

 

 

 

Maria nasce santa e grande santa. L’anima di Maria fu la più bella che Dio abbia creato; anzi dopo l’Incarnazione del Verbo, fu l’opera più grande e più degna di sé che l’Onnipotente abbia fatto nel mondo. La grazia divina discese in Maria non a gocce, come negli altri santi, come pioggia sull’erba (Sal 71,6).

L’anima di Maria fu come un’erbetta fresca che bevve la pioggia abbondante della grazia divina senza perderne una goccia.

il desiderio di Maria è condurci a Gesù ad un amore pieno e maturo per Gesù!

 

 CONSACRAZIONE DI SE STESSO

A GESÙ CRISTO SAPIENZA INCARNATA

PER LE MANI DI MARIA

 O Sapienza eterna ed incarnata! O amabilissimo e adorabilissimo Gesù, vero Dio e vero Uomo, Figlio unico dell'eterno Padre e di Maria sempre Vergine! Io ti adoro profondamente nel seno e negli splendori del Padre, durante l'eternità, e nel seno verginale di Maria, tua degnissima Madre, nel tempo dell'Incarnazione.
Ti ringrazio perché ti sei annientato prendendo la forma di uno schiavo, per liberarmi dalla crudele schiavitù del demonio. Ti lodo e ti glorifico per aver voluto sottometterti a Maria, tua santa Madre, in ogni cosa, al fine di rendermi per mezzo di lei tuo schiavo fedele.
Ma, ohimè ingrato ed infedele che sono! Non ho mantenuto i voti e le promesse che ti ho fatto così solennemente nel santo Battesimo e non ho adempiuto ai miei obblighi. Non merito di essere chiamato tuo figlio e tuo schiavo. E siccome non c'è nulla in me che non meriti le tue ripulse e il tuo sdegno, non oso più avvicinarmi da solo alla tua santissima e augustissima Maestà.

Ricorrerò all'intercessione della tua santa Madre, che mi hai assegnata come mediatrice presso di te: per mezzo suo spero di ottenere da te la contrizione e il perdono dei miei peccati, l'acquisto e la conservazione della sapienza.
Ti saluto, dunque, o Maria Immacolata, tabernacolo vivente della Divinità, in cui nascosta la Sapienza eterna vuol essere adorata dagli angeli e dagli uomini. Io ti saluto, Regina del cielo e della terra, al cui impero è sottomesso ogni suddito di Dio. Ti saluto, rifugio sicuro dei peccatori, la cui misericordia non mancò mai a nessuno. Esaudisci i desideri che ho della divina Sapienza e ricevi i voti e le offerte che la mia pochezza ti presenta.


Io (nome), peccatore infedele, rinnovo e riaffermo nelle tue mani i voti del mio Battesimo: rinunzio per sempre a Satana, alle sue vanità e alle sue opere, e mi do interamente a Gesù Cristo, Sapienza incarnata, per portare dietro a Lui la mia croce, tutti i giorni della mia vita.
E affinché gli sia più fedele di quanto lo fui fin qui, io ti eleggo oggi, o Maria, alla presenza di tutta la corte celeste, per mia Madre e Padrona.
Mi abbandono e consacro, come schiavo, il mio corpo e la mia anima, i miei beni interiori ed esteriori, e il valore stesso delle mie azioni buone, passate, presenti e future, lasciandoti intero e pieno diritto di disporre di me e di quanto mi appartiene, senza eccezione, per la maggior gloria di Dio nel tempo e nell'eternità.
Ricevi, o Vergine benigna, questa piccola offerta della mia schiavitù, in onore e in unione della sottomissione che la Sapienza eterna si compiacque di avere alla tua maternità, in omaggio al potere che entrambi avete su questo miserabile peccatore, in ringraziamento dei privilegi di cui ti favorì la Santissima Trinità.
Dichiaro che d'ora innanzi io voglio, quale tuo vero schiavo, cercare il tuo onore e la tua obbedienza in ogni cosa.
O Madre ammirabile! presentami al tuo caro Figlio, in qualità d'eterno schiavo, affinché avendomi riscattato per mezzo tuo, per mezzo tuo mi riceva.
O Madre di Misericordia! concedimi la grazia di ottenere la vera sapienza di Dio e di mettermi nel numero di quelli che tu ami, ammaestri, guidi, nutri e proteggi, come tuoi figli e tuoi schiavi.
O Vergine fedele, rendimi in tutte le cose un così perfetto discepolo, imitatore e schiavo della Sapienza incarnata, Gesù Cristo, tuo Figlio, affinché io giunga, per tua intercessione e a tuo esempio, alla pienezza della Sua età sulla terra e della Sua gloria in Cielo. Amen.

 Testo tratto da: San Luigi M. Grignion de Montfort, L’amore di Gesù eterna Sapienza, nn. 223-227.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

domenica 26 maggio 2013

Solennità della Santissima Trinità



ELEVAZIONE ALLA SS. TRINITA'

Mio Dio, Trinità che adoro,
aiutatemi a dimenticarmi interamente,
per fissarmi in voi, immobile e quieta come se la mia anima fosse già nell'eternità;
che nulla possa turbare la mia pace o farmi uscire da voi, mio immutabile Bene,
ma che ogni istante mi porti più addentro nella profondità del vostro mistero.
Pacificate la mia anima,
fatene il vostro cielo, la vostra dimora preferita e il luogo del riposo;
che io non vi lasci mai solo, ma sia là tutta quanta, tutta desta nella mia fede,
tutta in adorazione, tutta abbandonata alla vostra azione creatrice.

O mio amato Cristo, crocifisso per amore,
vorrei essere una sposa del vostro Cuore;
vorrei coprirvi di gloria e vi chiedo di rivestirmi di Voi stesso,
di immedesimare la mia anima con tutti i movimenti della vostra Anima,
di sommergermi, d'invadermi, di sostituirvi a me,
affinché la mia vita non sia che un'irradiazione della vostra vita.
Venite nella mia anima come Adoratore, come Riparatore e come Salvatore.
O Verbo Eterno, Parola del mio Dio, voglio passare la mia vita ad ascoltarvi;
voglio farmi tutta docilità per imparare tutto da voi.
Poi, attraverso tutte le notti, tutti i vuoti, tutte le impotenze,
voglio fissare sempre Voi e restare sotto la vostra grande luce.
O mio Astro amato,
incantatemi, perché non possa più uscire dallo splendore dei vostri raggi.

O Fuoco consumatore, Spirito d'amore,
scendete sopra di me,
affinché si faccia della mia anima come un'incarnazione del Verbo,
ed io sia per Lui un'aggiunta d'umanità nella quale Egli rinnovi tutto il suo mistero.

E Voi, o Padre,
chinatevi sulla vostra piccola creatura,
copritela con la vostra ombra, e non guardate in lei che il Diletto
nel quale avete riposto tutte le vostre compiacenze.

O miei TRE, mio Tutto,
mia Beatitudine, Solitudine infinita, Immensità in cui mi perdo,
mi consegno a Voi come una preda.
Seppellitevi in me, perché io mi seppellisca in Voi,
in attesa di venire a contemplare, nella vostra luce,
l'abisso delle vostre grandezze.


Beata Elisabetta della Trinità (1880-1906)

Gesù, amico mio, sei il mio tesoro!





Anima mia perché ti ostini a vivere come un orfano rinchiudendoti nell’orfanotrofio dei tuoi pensieri? Lì già si perdono tante anime, quelle che hanno perso consapevolezza di avere un Padre e una Madre. Tu invece ricorda sempre che hai un Padre e una Madre che ti amano!

Queste parole arrivano, stamattina, per illuminazione dallo Spirito Santo e consegnatemi credo sotto forma di messaggio. Non è forse vero il fatto che nei momenti di smarrimento e di disperazione ci dimentichiamo di avere un Padre e una Madre nei cieli che ci nutrono e ci provvedono?
Sempre più per molti, per tanti si vive ormai immersi in una solitudine estenuante che provoca solo profondo disagio, rabbia, disordine, frustrazione, insoddisfazione.
Non si vive in rapporto all’esclusività del proprio essere ma tesi mirando ad una sorta di vivere per “divenire”, immersi in un affanno controproducente che ci allontana ancor più dalla conoscenza di noi stessi, impegnati come siamo a ricercare quel qualcosa o qualcuno che, come sempre avviene e con nostro grande disappunto, non ci conduce mai alla gioia piena.

Tutti sentiamo il bisogno di legarci a qualcuno!
Quel qualcuno da poter accudire e che possa farci sentire, al contempo, persone amate e apprezzate!
Come se volessimo relegare la totale e piena completezza della nostra vita, di tutta la nostra esistenza ad un altro, diverso da noi, che venga ad assumere i tratti e l’aspetto dell’amico.
E indirizziamo a questo amico tutte le nostre attenzioni, gli dedichiamo molto più spazio e tempo che non a noi stessi e pretendiamo che egli ci restituisca, di suo, tutto quello che noi ci prodighiamo nel dargli, come se fosse un favore o un obbligo da assolvere anche se, come spesso avviene, non ci viene chiesto nulla.

Quante corse a modellare il proprio corpo pur di apparire gradevoli all’occhio, quanto fiato sprecato a cercare di comporre poemi e capolavori letterari pur di convincere, ammaliare con l’uso delle parole quell’anima, ormai,  designata, individuata come conduttrice d’amicizia, quanto tempo perso inutilmente sforzandosi in tutti i modi di conformarsi in tutto a ciò che il mondo propone, al modo di vivere degli altri unicamente per essere accettati, inseriti, voluti, desiderati, strappandoci di dosso e rifiutando quella personalità e sensibilità divenute ormai motivo di vergogna, allontanando da noi quel “singolare respiro” che ci rende unici ed irripetibili, che ci fa apparire agli occhi di Dio come Suoi autentici Capolavori.  

Anche io ho vissuto per molti anni immerso in questo terribile torpore, preda quale ero di questa trappola mortale; non protendevo più verso i cieli nè verso il Padre mio che in essi abita, ma giacevo riverso per terra ad inghiottire bacche marce e polvere con la mia stessa lingua come un cervo che più non saltella, né si muove con grandi balzi poiché una delle zampe è rimasta impigliata nel laccio teso dal bracconiere. Chiedi intensamente in quel momento, rivolgiti a Gesù che è il tuo buon Liberatore affinchè accorra a liberare il suo tenero capriolo.
E se davanti al Suo cospetto tu non dovessi più riconoscerlo come il Tuo Liberatore e dovessi per questo prendere a scalciare e a dibatterti, non temere; sappi che è il peccato che ci ha reso feroci e pertanto fai memoria, tu ricorda e proponiti, in quel momento, di chiedere più intensamente.
Egli avrà cura di toccare il tuo petto e di fasciare il tuo capo così che tu avrai infine ad immansire il tuo cuore. Così quando sarai stato reso nuova creatura, quando come nuovo agnello avrai trovato insieme il gregge e il tuo Buon Pastore ti ricorderai del bosco e di quello che avvenne allora.

Non più sopra lo sperone della roccia sarà posta la tua agonia né alcun laccio ti si legherà con nodi attorno alle caviglie, ma troverai il tuo trono attorno al Suo Collo e le Sue mani ti cingeranno i piedi per non lasciarti mai più fuggire.

Nei momenti di avversità e di solitudine ripeti spesso queste parole: Gesù, amico mio, sei il mio tesoro!!

Giuseppe Contrino 
Camastra 26 maggio 2013



[61]I lacci degli empi mi hanno avvinto, ma non ho dimenticato la tua legge.
Sal. 119,61
[5]Scioglimi dal laccio che mi hanno teso, perché sei tu la mia difesa.
Sal. 31,5
[6]Sia benedetto il Signore, che non ci ha lasciati, in preda ai loro denti.
[7]Noi siamo stati liberati come un uccello dal laccio dei cacciatori: il laccio si è spezzato e noi siamo scampati.
[8]Il nostro aiuto è nel nome del Signore che ha fatto cielo e terra.
Sal. 124, 6