‘Accostiamoci
con fiducia al Trono della Divina Grazia’
Compendio tratto e sviluppato da Le Glorie di Maria opera di S. Alfonso
M. de Liguori e il Trattato della vera
devozione a Maria di S. Luigi Maria Grignion de Monfort.
1.
Quanto è
dolce in vita e in morte il nome di Maria
Il nome “Maria”
dato alla divina Madre non fu trovato sulla terra, né inventato o scelto dagli
uomini, come avviene per tutti gli altri nomi, ma fu voluto da Dio. “il nome
Maria viene dal tesoro della divinità”. Tutta la Santissima Trinità le diede
questo nome, superiore ad ogni nome dopo quello del Figlio suo, e gli conferì
una tale maestà e potenza che, nel sentirlo pronunciare, volle che per
riverenza tutti prostrati lo adorassero, il cielo, la terra e perfino
l’inferno”.
“Il nome di
Maria è chiave del paradiso, gioia del cuore, miele nella bocca, melodia
all’orecchio” dei suoi devoti. Perfino per gli angeli è dolce sentir risuonare
il nome di Maria che osannanti in cielo lodano il nome della Vergine ripetendo in coro:
-
“Il Signore ti ha chiamato con il nome di
stupendo ulivo” Ger 11,16
-
“Il tuo
nome è profumato come olio versato” Ct 1,2
Maria viene,
difatti, paragonata alla pianta di ulivo: Come
un ulivo maestoso nella pianura Sir 24,14 perché, come dall’ulivo si ricava
l’olio, simbolo di misericordia, così dalle mani di Maria escono grazie e
misericordie.
“Come l’olio
guarisce i malati, sparge odore e accende la fiamma, così il nome di Maria
guarisce i peccatori, ricrea i cuori e li infiamma di amore divino”.
La Vergine Santa
è “chiamata porta del cielo”: a tutti coloro che confidano nella protezione di
Maria si aprirà la porta del cielo per riceverli, è a questa augusta Signora
che Dio ha consegnato le chiavi e i tesori del regno dei cieli.
La Santa Madre è
anche chiamata dalla Chiesa “Stella del mare”: come i naviganti sono guidati al
porto per mezzo della stella, così i cristiani sono guidati al paradiso per
mezzo di Maria. Allo stesso modo è chiamata ‘scala del cielo’, poiché per mezzo
di Maria Dio è sceso dal cielo in terra, affinché grazie a lei gli uomini
meritassero di salire dalla terra al cielo. Sia dunque, ognuno di noi,
incoraggiato a ricorrere sempre a questo augusto nome che basterà da solo a
guarirci da tutti i nostri mali, dicendo che non c’è infermità così grave, che
non sia subito vinta dalla forza del nome di Maria.
La Beata Vergine
stessa rivelò a Santa Brigida che come i demòni, appena udito il suo nome,
fuggono come dal fuoco che brucia, così gli angeli buoni si avvicinano
maggiormente alle anime giuste che lo pronunciano devotamente.
Come il respiro
è segno di vita, così il nominare spesso il nome di Maria è segno o che già si
vive nella grazia divina o che presto verrà la vita, poiché questo nome potente
ha virtù di ottenere l’aiuto e la vita a chi devotamente lo invoca.
La nostra Regina
è così clemente e pia che quando un peccatore qualsiasi va a raccomandarsi alla
sua pietà, lei non si mette a esaminare i suoi meriti, se è degno o no di essere
esaudito, ma esaudisce e soccorre tutti. Insomma il nome di Maria, Madre di
Dio, è tutto pieno di grazie e benedizioni divine; è come una torre fortissima.
Il peccatore che
vi si rifugia sarà liberato dalla morte. Questa torre celeste difende e salva tutti
i peccatori, anche i più perduti. Torre di fortezza che non solo libera i
peccatori dal castigo, ma difende anche i giusti dagli assalti dell’inferno.
“Dopo il nome di
Gesù non c’è altro nome in cui si trovi tanto aiuto, da cui venga concessa
tanta salvezza agli uomini quanto dal nome di Maria”.
Allora, seguendo
il bel consiglio di San Bernardo, “nei pericoli, nelle angosce, nei dubbi,
pensiamo sempre a Maria e invochiamo Maria insieme al nome di Gesù, poiché
questi due nomi sono sempre uniti”.
Che questi due
nomi tanto dolci e potenti non si allontanino mai dal nostro cuore e dalle
nostre labbra, poiché ci daranno la forza per non cedere e per vincere sempre
tutte le tentazioni.
Preghiera (San
Bonaventura):
“Per la gloria
del tuo nome, quando l’anima mia uscirà da questo mondo, vienile incontro,
Vergine benedetta, e prendila fra le tue braccia. Non disdegnare di venire
allora a consolarla con la tua dolce presenza. Sii per essa la scala e la via
per il paradiso. Ottienile la grazia del perdono e l’eterno riposo. O Maria,
avvocata nostra, difendi i tuoi devoti e prendi a tuo carico la loro causa
davanti al tribunale di Gesù Cristo.”
Amen
Ave Maria
2.
L’Immacolata Concezione di Maria
Convenne a Dio e
alle tre divine Persone preservare la Vergine benedetta dalla colpa originale e
più precisamente vedremo che convenne al Padre preservarla come figlia, al
figlio come Madre, allo Spirito Santo come sposa.
In primo luogo
convenne all’eterno Padre far sì che Maria fosse immune dalla macchia originale
perché era sua figlia e figlia primogenita, come lei stessa attestò: Io sono uscita dalla bocca dell’Altissimo,
primogenita di tutte le creature (Sir 24,5 Vg).
Inoltre convenne
che l’eterno Padre la creasse nella sua grazia perché la destinava a diventare
riparatrice del mondo perduto e mediatrice di pace tra gli uomini e Dio - in
questo Maria fu prefigurata nell’arca di Noè – infatti, come per mezzo
dell’arca gli uomini furono liberati dal diluvio, così per mezzo di Maria noi
siamo salvati dal naufragio del peccato; con la differenza che nell’arca si
salvarono in pochi, mentre per mezzo di Maria è stato liberato tutto il genere
umano. Per questo è anche chiamata “Nuova Eva, madre della vita”, perché la
prima fu madre della morte, mentre la Santissima Vergine è madre della vita – Chi trova me trova la vita ed ottiene il
favore del Signore (Pr 8,35).
Di più convenne
che Dio la preservasse dalla colpa originale, poiché la destinava a schiacciare
la testa del serpente infernale che, seducendo i primi genitori, recò la morte
a tutti gli uomini, come gli predisse il Signore: Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua
stirpe: questa ti schiaccerà la testa (Gen 3,15).
Ora, se Maria
doveva essere la donna forte posta nel mondo per vincere Lucifero, certo non
conveniva che lei fosse vinta da Lucifero e fatta sua schiava: ma fu ragionevole
che fosse piuttosto esente da ogni macchia e da ogni sottomissione al nemico.
Il superbo, avendo già infettato con il suo veleno tutto il genere umano, cercò
di infettare anche la purissima anima di questa Vergine. Ma sia sempre lodata
la divina Bontà che con tanta grazia la pervenne a questo fine, che restando
ella liberata da ogni reato di colpa, così poté abbattere e confondere la sua
superbia.
Ma soprattutto
convenne principalmente all’Eterno Padre rendere immune questa sua figlia dal
peccato di Adamo, perché la destinava come Madre del suo Unigenito adornandone
l’anima di tutti i pregi più belli affinché fosse degna abitazione di Dio,
conferendole una purità non soltanto superiore a quella di tutti gli uomini e
di tutti gli angeli, ma anche la più grande, dopo quella di Dio tanto da
rifulgere di una purezza tale che, all’infuori di Dio, non se ne possa
concepire una maggiore.
“Insieme al
corpo fu conservata anche l’anima della Vergine, com’era conveniente per Colei
che doveva accogliere Dio nel suo seno. Infatti Dio che è santo dimora tra i
Santi”.
In secondo luogo
convenne al Figlio preservare Maria dalla colpa, come sua Madre.
Ai figli non è
concesso di potersi scegliere a loro piacere la madre; se dunque soltanto il
Figlio di Dio poté scegliersi la madre come gli piaceva, si deve tenere per
certo che se la sia scelta quale conveniva ad un Dio.
Ed essendo degno
di un Dio purissimo avere una Madre pura da ogni colpa, tale egli se la creò.
Dio che è la Sapienza stessa, ha saputo costruirsi la casa, degna di lui, nella
quale doveva abitare: La sapienza si è
costruita la sua casa (Pr 9,1).
Possiamo a tal
proposito citare il passo “Come l’Agnello, così la Madre dell’Agnello; poiché
ogni albero si riconosce dal suo frutto”: se l’Agnello fu sempre immacolato,
sempre immacolata dovette essere anche la Madre. Perciò solo Maria è una Madre
degna di Gesù, e solo Gesù è un Figlio degno di Maria.
Infine Maria fu
la sola che meritò di essere chiamata madre e sposa di Dio. Infatti “lo Spirito
di Dio venne corporalmente in Maria, e arricchendola di grazia più di ogni
altra creatura, riposò in lei, e fece la sua sposa regina del cielo e della
terra”.
Lo Sposo divino
amò Maria fin dal principio e la esaltò nella santità al di sopra di ogni altra
creatura, come attestò il Signore, quando lodò Maria dicendole: tutta bella sei tu, amata mia, e in te non
vi è difetto (Ct 4,7).
Tutte la anime
giuste sono figlie della grazia, ma fra queste Maria su la “colomba” senza
fiele di colpa, la “perfetta” senza macchia d’origine, l’ “unica” concepita in
grazia.
Preghiera:
“Madre
Immacolata, io mi rallegro nel vederti arricchita di tanta purità. Ringrazio il
nostro comune Creatore per averti preservata da ogni macchia di colpa, come io
ritengo per certo, e per difendere questo tuo sì grande e singolare privilegio
della tua Immacolata Concezione, sono pronto a dare, se necessario, anche la
vita.
Vorrei che tutto
il mondo ti conoscesse e ti riconoscesse come la bella aurora, sempre adorna
della luce divina; come l’arca eletta di salvezza, libera dal comune naufragio
del peccato; come la perfetta e immacolata colomba, quale ti dichiarò il tuo
Sposò Divino; come il giardino chiuso che fu la delizia di Dio; come la fontana
sigillata in cui non entrò mai il nemico a intorbidirla; infine come il candido
giglio che, nascendo tra i rovi dei figli di Adamo, dove tutti nascono
macchiati dalla colpa e nemici di Dio, tu nascesti tutta pura e candida, amica
del tuo Creatore.
Lascia dunque
che anch’io ti lodi, come ti lodò Dio stesso: Tutta bella sei tu, amata mia, e
in te non vi è difetto (Ct 4,7). Purissima creatura, tutta bella e sempre amica
di Dio: Quanto sei bella, amata mia, quanto sei bella! (Ct 4,1). Dolcissima,
amabilissima immacolata Maria, tu che sei così bella agli occhi del Signore,
degnati di rivolgere gli occhi tuoi pietosi sulle piaghe ripugnanti dell’anima
mia.
Guardami,
compatiscimi e guariscimi.
O calamita dei
cuori, attira a te il mio misero cuore. Tu che apparisti pura e bella davanti a
Dio fin dal primo istante di vita, abbi pietà di me che sono nato nel peccato,
e dopo il battesimo ho di nuovo imbrattato di colpe l’anima mia.
Il Dio che ti
scelto come sua figlia, madre e sposa preservandoti da ogni macchia, e nel suo
amore ti ha preferita a tutte le creature, quale grazia potrebbe mai negarti?
Con San Filippo
Neri, ti dico: “Fa’ che io mi ricordi sempre di te, e tu non ti scordare di me”.
Non vedo l’ora di venire a vedere la tua bellezza in paradiso, per lodarti e
amarti di più, mamma mia, regina mia, diletta mia, bellissima, purissima,
immacolata Maria. Amen
Ave Maria
3. La figura di Maria come Trono della Grazia
E’ per mezzo
della santa Vergine Maria che Gesù Cristo è venuto al mondo ed è ancora per
mezzo di lei che deve regnare nel mondo. Dio ha scelto Maria per realizzare le
sue grandi opere. Anche noi la dobbiamo scegliere per andare a Dio.
Maria è il
grande e divino mondo di Dio, dove egli custodisce bellezze e tesori
ineffabili; è la magnificenza dell’Altissimo, dove è nascosto come nel proprio
seno il suo unico Figlio e, in lui, tutto ciò che egli ha di più grande e
prezioso.
Dio Padre ha
radunato una massa di acque che ha chiamato mare; egli ha pure riunito un
insieme di tutte le grazie che ha chiamato Maria. Questo grande Dio possiede un
tesoro, o un deposito ricchissimo, dove ha racchiuso tutto ciò che ha di più
bello, di splendido, di raro e di prezioso, perfino il suo proprio Figlio;
questo tesoro immenso non è altro che Maria, che i santi chiamano tesoro del
Signore e della cui pienezza gli uomini sono arricchiti. Dio Figlio ha
comunicato alla sua Madre tutto ciò che ha acquisito con la sua vita e la sua
morte, i suoi meriti infiniti e le sue mirabili virtù e l’ha costituita
tesoriera di tutto ciò che il Padre gli aveva dato in eredità; è per mezzo di
lei che egli applica i propri meriti ai suoi membri, che comunica le proprie
virtù e distribuisce le sue grazie; è il suo canale misterioso, il suo
acquedotto, attraverso il quale fa passare con dolcezza e abbondanza le sue
misericordie.
Dio Spirito
Santo ha comunicato a Maria, sua sposa fedele, i propri doni ineffabili; l’ha
scelta come dispensatrice di tutto ciò che possiede, di modo che ella
distribuisce a chi vuole, nella misura che vuole, come e quando vuole, ogni
dono e grazia; nessun dono celeste giunge agli uomini senza passare dalle sue
mani verginali. Questa è la volontà di Dio: che noi riceviamo tutto per mezzo
di Maria.
Come premio
della sua profonda umiltà Dio l’ha costituita sovrana del cielo e della terra,
comandante dei suoi eserciti, tesoriera delle sue ricchezze, dispensatrice
delle grazie, operatrice delle sue grandi meraviglie, riparatrice del genere
umano, mediatrice degli uomini, vincitrice dei nemici di Dio e fedele compagna
delle sue imprese grandiosi e dei suoi trionfi.
Questa Madre di
misericordia ha un tale desiderio di salvare i peccatori più perduti, che lei
stessa li va cercando per aiutarli, e se ricorrono a lei, lei trova il modo di
renderli cari a Dio.
Isacco
desiderava cibarsi di selvaggina e promise che avrebbe dato la sua benedizione
a Esaù. Ma Rebecca volendo che questa benedizione la ricevesse l’altro suo
figlio Giacobbe, gli disse: Và subito al
gregge e prendimi di là due bei capretti; io preparerò un piatto per tuo padre,
secondo il suo gusto (Gen 27,9).
Rebecca, scrive
sant’Antonino, è qui figura di Maria, che dice agli angeli: “Portatemi i
peccatori (rappresentati dai capretti) perché io, ottenendo loro il pentimento
e i buoni propositi, li condisco in modo da renderli cari ed accettabili al mio
Signore”.
E ancora in
un’altra vicenda Rebecca si pone come figura di Maria, la quale, al servo di
Abramo che le chiedeva un po’ d’acqua da bere, rispose: Anche per i tuoi cammelli ne attingerò, finché non avranno finito di
bere (Gen 24,19).
La nostra Madre
di misericordia, ben più pietosa e generosa di Rebecca, non si contenta di
dispensare le grazie della sua immensa misericordia soltanto ai servi di
Abramo, che simboleggiano i servi fedeli di Dio, ma le dispensa anche ai
cammelli, simbolo dei peccatori. E come Rebecca diede più di ciò che le fu
richiesto, così Maria dona più di quel che le si domanda.
La santa Vergine
rivelò a santa Brigida che non vi è al mondo nessun peccatore così nemico di
Dio che se ricorre a lei e invoca il suo aiuto non ritorni a Dio e riacquisti
la grazia. Quanti che meriterebbero di essere condannati dalla divina giustizia
sono salvati dalla pietà di Maria, da questa dolce Regina!
I re e le regine
con l’ostentazione della loro maestà, incutono timore, sicché i sudditi temono
di presentarsi davanti a loro. Ma nella regalità di Maria non c’ nulla di
terribile o di austero, ma si dimostra tutta dolcezza, offrendo a tutti latte e
lana. Maria non solo dona grazie, ma offre a tutti noi latte di misericordia
per animarci alla fiducia e lana di rifugio per ripararci dai fulmini della
divina giustizia.
Si dice che la
balena, quando vede i suoi figli in pericolo a causa delle tempeste e dei
cacciatori, apre la bocca e li nasconde nel ventre. Così fa Maria.
La nostra Madre,
quando vede i suoi figli i pericolo per la tempesta delle tentazioni che
infuria, con amore materno li protegge come nascondendoli nel proprio grembo, e
non smette di proteggerli fino a quando li abbia condotti nel porto sicuro del
Paradiso”.
Maria ama e
aiuta tutti gli uomini, perché tutti sono stati redenti da Gesù.
Oh! quanto si è
potenti e forti presso Gesù Cristo quando si è armati dei meriti e
dell'intercessione di Maria, degna Madre di Dio, la quale offre per le sue mani
purissime tutti i nostri propositi, preghiere e buone azioni a Nostro Signore abbellendoli
ed ornandoli dei suoi meriti e virtù.
È come se un contadino, volendo guadagnarsi
l'amicizia e la benevolenza del re, andasse dalla regina e le offrisse una
mela, che è tutta la sua rendita, per offrirla al re. La regina, avendo
accettato il povero piccolo dono del contadino, metterebbe questa mela nel centro
di un grande e bel vassoio d'oro, e la offrirebbe così al re da parte del
contadino; allora la mela, sebbene indegna in se stessa di essere offerta a un
re, diventerebbe un dono degno della sua Maestà, in considerazione del vassoio
d'oro su cui si trova e della persona che la offre. Accostiamoci dunque con
fiducia al trono della grazia, Ricorriamo sempre a questa grande Madre di
misericordia e speriamo di salvarci per mezzo della sua intercessione, poiché
ella è la nostra salvezza, la vita, la speranza, il consiglio, il rifugio,
l’aiuto nostro.

Maria nasce
santa e grande santa. L’anima di Maria fu la più bella che Dio abbia creato;
anzi dopo l’Incarnazione del Verbo, fu l’opera più grande e più degna di sé che
l’Onnipotente abbia fatto nel mondo. La grazia divina discese in Maria non a
gocce, come negli altri santi, come pioggia sull’erba (Sal 71,6).
L’anima di Maria
fu come un’erbetta fresca che bevve la pioggia abbondante della grazia divina
senza perderne una goccia.
il desiderio di
Maria è condurci a Gesù ad un amore pieno e maturo per Gesù!
CONSACRAZIONE DI SE STESSO
A GESÙ CRISTO SAPIENZA INCARNATA
PER LE MANI DI MARIA
O Sapienza
eterna ed incarnata! O amabilissimo e adorabilissimo Gesù, vero Dio e vero
Uomo, Figlio unico dell'eterno Padre e di Maria sempre Vergine! Io ti adoro
profondamente nel seno e negli splendori del Padre, durante l'eternità, e nel
seno verginale di Maria, tua degnissima Madre, nel tempo dell'Incarnazione.
Ti ringrazio perché ti sei annientato prendendo
la forma di uno schiavo, per liberarmi dalla crudele schiavitù del demonio. Ti
lodo e ti glorifico per aver voluto sottometterti a Maria, tua santa Madre, in
ogni cosa, al fine di rendermi per mezzo di lei tuo schiavo fedele.
Ma, ohimè ingrato ed infedele che sono! Non ho
mantenuto i voti e le promesse che ti ho fatto così solennemente nel santo
Battesimo e non ho adempiuto ai miei obblighi. Non merito di essere chiamato
tuo figlio e tuo schiavo. E siccome non c'è nulla in me che non meriti le tue
ripulse e il tuo sdegno, non oso più avvicinarmi da solo alla tua santissima e
augustissima Maestà.
Ricorrerò all'intercessione della tua santa
Madre, che mi hai assegnata come mediatrice presso di te: per mezzo suo spero
di ottenere da te la contrizione e il perdono dei miei peccati, l'acquisto e la
conservazione della sapienza.
Ti saluto, dunque, o Maria Immacolata,
tabernacolo vivente della Divinità, in cui nascosta la Sapienza eterna vuol
essere adorata dagli angeli e dagli uomini. Io ti saluto, Regina del cielo e
della terra, al cui impero è sottomesso ogni suddito di Dio. Ti saluto, rifugio
sicuro dei peccatori, la cui misericordia non mancò mai a nessuno. Esaudisci i
desideri che ho della divina Sapienza e ricevi i voti e le offerte che la mia
pochezza ti presenta.
Io (nome), peccatore infedele, rinnovo e
riaffermo nelle tue mani i voti del mio Battesimo: rinunzio per sempre a
Satana, alle sue vanità e alle sue opere, e mi do interamente a Gesù Cristo,
Sapienza incarnata, per portare dietro a Lui la mia croce, tutti i giorni della
mia vita.
E affinché gli sia più fedele di quanto lo fui
fin qui, io ti eleggo oggi, o Maria, alla presenza di tutta la corte celeste,
per mia Madre e Padrona.
Mi abbandono e consacro, come schiavo, il mio
corpo e la mia anima, i miei beni interiori ed esteriori, e il valore stesso
delle mie azioni buone, passate, presenti e future, lasciandoti intero e pieno
diritto di disporre di me e di quanto mi appartiene, senza eccezione, per la
maggior gloria di Dio nel tempo e nell'eternità.
Ricevi, o Vergine benigna, questa piccola
offerta della mia schiavitù, in onore e in unione della sottomissione che la
Sapienza eterna si compiacque di avere alla tua maternità, in omaggio al potere
che entrambi avete su questo miserabile peccatore, in ringraziamento dei
privilegi di cui ti favorì la Santissima Trinità.
Dichiaro che d'ora innanzi io voglio, quale tuo
vero schiavo, cercare il tuo onore e la tua obbedienza in ogni cosa.
O Madre ammirabile! presentami al tuo caro Figlio,
in qualità d'eterno schiavo, affinché avendomi riscattato per mezzo tuo, per
mezzo tuo mi riceva.
O Madre di Misericordia! concedimi la grazia di
ottenere la vera sapienza di Dio e di mettermi nel numero di quelli che tu ami,
ammaestri, guidi, nutri e proteggi, come tuoi figli e tuoi schiavi.
O Vergine fedele, rendimi in tutte le cose un
così perfetto discepolo, imitatore e schiavo della Sapienza incarnata, Gesù
Cristo, tuo Figlio, affinché io giunga, per tua intercessione e a tuo esempio,
alla pienezza della Sua età sulla terra e della Sua gloria in Cielo. Amen.
Testo tratto da: San
Luigi M. Grignion de Montfort, L’amore di Gesù eterna Sapienza, nn. 223-227.