domenica 26 maggio 2013

Gesù, amico mio, sei il mio tesoro!





Anima mia perché ti ostini a vivere come un orfano rinchiudendoti nell’orfanotrofio dei tuoi pensieri? Lì già si perdono tante anime, quelle che hanno perso consapevolezza di avere un Padre e una Madre. Tu invece ricorda sempre che hai un Padre e una Madre che ti amano!

Queste parole arrivano, stamattina, per illuminazione dallo Spirito Santo e consegnatemi credo sotto forma di messaggio. Non è forse vero il fatto che nei momenti di smarrimento e di disperazione ci dimentichiamo di avere un Padre e una Madre nei cieli che ci nutrono e ci provvedono?
Sempre più per molti, per tanti si vive ormai immersi in una solitudine estenuante che provoca solo profondo disagio, rabbia, disordine, frustrazione, insoddisfazione.
Non si vive in rapporto all’esclusività del proprio essere ma tesi mirando ad una sorta di vivere per “divenire”, immersi in un affanno controproducente che ci allontana ancor più dalla conoscenza di noi stessi, impegnati come siamo a ricercare quel qualcosa o qualcuno che, come sempre avviene e con nostro grande disappunto, non ci conduce mai alla gioia piena.

Tutti sentiamo il bisogno di legarci a qualcuno!
Quel qualcuno da poter accudire e che possa farci sentire, al contempo, persone amate e apprezzate!
Come se volessimo relegare la totale e piena completezza della nostra vita, di tutta la nostra esistenza ad un altro, diverso da noi, che venga ad assumere i tratti e l’aspetto dell’amico.
E indirizziamo a questo amico tutte le nostre attenzioni, gli dedichiamo molto più spazio e tempo che non a noi stessi e pretendiamo che egli ci restituisca, di suo, tutto quello che noi ci prodighiamo nel dargli, come se fosse un favore o un obbligo da assolvere anche se, come spesso avviene, non ci viene chiesto nulla.

Quante corse a modellare il proprio corpo pur di apparire gradevoli all’occhio, quanto fiato sprecato a cercare di comporre poemi e capolavori letterari pur di convincere, ammaliare con l’uso delle parole quell’anima, ormai,  designata, individuata come conduttrice d’amicizia, quanto tempo perso inutilmente sforzandosi in tutti i modi di conformarsi in tutto a ciò che il mondo propone, al modo di vivere degli altri unicamente per essere accettati, inseriti, voluti, desiderati, strappandoci di dosso e rifiutando quella personalità e sensibilità divenute ormai motivo di vergogna, allontanando da noi quel “singolare respiro” che ci rende unici ed irripetibili, che ci fa apparire agli occhi di Dio come Suoi autentici Capolavori.  

Anche io ho vissuto per molti anni immerso in questo terribile torpore, preda quale ero di questa trappola mortale; non protendevo più verso i cieli nè verso il Padre mio che in essi abita, ma giacevo riverso per terra ad inghiottire bacche marce e polvere con la mia stessa lingua come un cervo che più non saltella, né si muove con grandi balzi poiché una delle zampe è rimasta impigliata nel laccio teso dal bracconiere. Chiedi intensamente in quel momento, rivolgiti a Gesù che è il tuo buon Liberatore affinchè accorra a liberare il suo tenero capriolo.
E se davanti al Suo cospetto tu non dovessi più riconoscerlo come il Tuo Liberatore e dovessi per questo prendere a scalciare e a dibatterti, non temere; sappi che è il peccato che ci ha reso feroci e pertanto fai memoria, tu ricorda e proponiti, in quel momento, di chiedere più intensamente.
Egli avrà cura di toccare il tuo petto e di fasciare il tuo capo così che tu avrai infine ad immansire il tuo cuore. Così quando sarai stato reso nuova creatura, quando come nuovo agnello avrai trovato insieme il gregge e il tuo Buon Pastore ti ricorderai del bosco e di quello che avvenne allora.

Non più sopra lo sperone della roccia sarà posta la tua agonia né alcun laccio ti si legherà con nodi attorno alle caviglie, ma troverai il tuo trono attorno al Suo Collo e le Sue mani ti cingeranno i piedi per non lasciarti mai più fuggire.

Nei momenti di avversità e di solitudine ripeti spesso queste parole: Gesù, amico mio, sei il mio tesoro!!

Giuseppe Contrino 
Camastra 26 maggio 2013



[61]I lacci degli empi mi hanno avvinto, ma non ho dimenticato la tua legge.
Sal. 119,61
[5]Scioglimi dal laccio che mi hanno teso, perché sei tu la mia difesa.
Sal. 31,5
[6]Sia benedetto il Signore, che non ci ha lasciati, in preda ai loro denti.
[7]Noi siamo stati liberati come un uccello dal laccio dei cacciatori: il laccio si è spezzato e noi siamo scampati.
[8]Il nostro aiuto è nel nome del Signore che ha fatto cielo e terra.
Sal. 124, 6

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