Anima mia perché ti ostini a vivere come un orfano
rinchiudendoti nell’orfanotrofio dei tuoi pensieri? Lì già si perdono tante
anime, quelle che hanno perso consapevolezza di avere un Padre e una Madre. Tu
invece ricorda sempre che hai un Padre e una Madre che ti amano!
Queste parole
arrivano, stamattina, per illuminazione dallo Spirito Santo e consegnatemi credo
sotto forma di messaggio. Non è forse vero il fatto che nei momenti di smarrimento
e di disperazione ci dimentichiamo di avere un Padre e una Madre nei cieli che
ci nutrono e ci provvedono?
Sempre più per molti,
per tanti si vive ormai immersi in una solitudine estenuante che
provoca solo profondo disagio, rabbia, disordine, frustrazione, insoddisfazione.
Non si vive in
rapporto all’esclusività del proprio essere ma tesi mirando ad una sorta di
vivere per “divenire”, immersi in un affanno controproducente che ci allontana
ancor più dalla conoscenza di noi stessi, impegnati come siamo a ricercare quel
qualcosa o qualcuno che, come sempre avviene e con nostro grande disappunto,
non ci conduce mai alla gioia piena.
Tutti sentiamo
il bisogno di legarci a qualcuno!
Quel qualcuno da
poter accudire e che possa farci sentire, al contempo, persone amate e
apprezzate!
Come se
volessimo relegare la totale e piena completezza della nostra vita, di tutta la
nostra esistenza ad un altro, diverso da noi, che venga ad assumere i tratti e
l’aspetto dell’amico.
E indirizziamo a
questo amico tutte le nostre attenzioni, gli dedichiamo molto più spazio e
tempo che non a noi stessi e pretendiamo che egli ci restituisca, di suo, tutto
quello che noi ci prodighiamo nel dargli, come se fosse un favore o un obbligo
da assolvere anche se, come spesso avviene, non ci viene chiesto nulla.
Quante corse a
modellare il proprio corpo pur di apparire gradevoli all’occhio, quanto fiato
sprecato a cercare di comporre poemi e capolavori letterari pur di convincere,
ammaliare con l’uso delle parole quell’anima, ormai, designata, individuata come conduttrice d’amicizia,
quanto tempo perso inutilmente sforzandosi in tutti i modi di conformarsi in tutto a ciò che il
mondo propone, al modo di vivere degli altri unicamente per essere accettati,
inseriti, voluti, desiderati, strappandoci di dosso e rifiutando quella personalità e sensibilità
divenute ormai motivo di vergogna, allontanando da noi quel “singolare respiro”
che ci rende unici ed irripetibili, che ci fa apparire agli occhi di Dio come Suoi
autentici Capolavori.
Anche io ho
vissuto per molti anni immerso in questo terribile torpore, preda quale ero di
questa trappola mortale; non protendevo più verso i cieli nè verso il Padre mio che in essi abita, ma giacevo riverso per terra ad inghiottire bacche marce e polvere con la mia stessa lingua come un cervo
che più non saltella, né si muove con grandi balzi poiché una delle zampe è
rimasta impigliata nel laccio teso dal bracconiere. Chiedi intensamente in quel
momento, rivolgiti a Gesù che è il tuo buon Liberatore affinchè accorra a
liberare il suo tenero capriolo.
E se davanti al
Suo cospetto tu non dovessi più riconoscerlo come il Tuo Liberatore e dovessi
per questo prendere a scalciare e a dibatterti, non temere; sappi
che è il peccato che ci ha reso feroci e pertanto fai memoria, tu ricorda e proponiti, in quel
momento, di chiedere più intensamente.
Egli avrà cura
di toccare il tuo petto e di fasciare il tuo capo così che tu avrai infine ad
immansire il tuo cuore. Così quando sarai stato reso nuova creatura, quando come
nuovo agnello avrai trovato insieme il gregge e il tuo Buon Pastore ti ricorderai
del bosco e di quello che avvenne allora.
Non più sopra lo
sperone della roccia sarà posta la tua agonia né alcun laccio ti si legherà con
nodi attorno alle caviglie, ma troverai il tuo trono attorno al Suo Collo e le
Sue mani ti cingeranno i piedi per non lasciarti mai più fuggire.
Nei momenti di avversità e di solitudine ripeti spesso queste
parole: Gesù, amico mio, sei il mio
tesoro!!
Giuseppe Contrino
Camastra 26 maggio 2013
[61]I lacci degli empi mi hanno avvinto, ma non ho
dimenticato la tua legge.
Sal. 119,61
[5]Scioglimi dal laccio che mi hanno teso, perché sei tu la
mia difesa.
Sal. 31,5
[6]Sia benedetto il Signore, che non ci ha lasciati, in preda
ai loro denti.
[7]Noi siamo stati liberati come un uccello dal laccio dei
cacciatori: il laccio si è spezzato e noi siamo scampati.
[8]Il nostro aiuto è nel nome del Signore che ha fatto cielo
e terra.
Sal. 124, 6


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