martedì 7 maggio 2013

A Maria



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Ti saluto, o Maria, Figlia amatissima dell'eterno Padre, Madre ammirabile del divin Figlio, Sposa fedelissima dello Spirito Santo. 
Ti saluto, o Maria, amata Madre mia, mia amabile Maestra, mia potente Sovrana, mio gaudio, mia gloria, mio cuore e mia anima! 
Tu sei tutta mia per misericordia, e io sono tutto tuo per giustizia; ma non lo sono ancora abbastanza. Perciò, di nuovo mi consegno interamente a te in qualità di eterno schiavo, senza riservare nulla per me o per altri. 
Se scorgi in me qualcosa che non sia ancora tuo, prendilo subito, te ne supplico, e fatti padrona assoluta di tutti i miei beni per didtruggere, sradicare e annientare in me tutto quello che dispiace a Dio, e per piantare, edificare e produrre tutto ciò che a lui piace. La luce della tua fede dissipi le tenebre del mio spirito; la tua profonda umiltà prenda il posto del mio orgoglio; il tuo spirito di sublime contemplazione allontani le distrazioni dalla mia fantasia vagabonda; la tua continua visione di Dio riempia della sua presenza la mia memoria; l'incendio della tua carità bruci la tiepidezza e freddezza del mio cuore; i miei peccati cedano il posto alle tue virtù; i tuoi meriti siano mio ornamento e supplemento davanti a Dio. 
Infine, mia carissima e amatissima madre, fà, se è possibile, che io abbia il tuo spirito per conoscere Gesù Cristo e intendere i suoi divini voleri, la tua anima per lodare e glorificare il Signore, il tuo cuore per amare Dio con amor puro e ardente come te.

Non domando visioni, nè rivelazioni, nè piaceri, nè consolazioni, neppure quelle spirituali. E' tuo privilegio il veder chiaro senza tenebre, il godere pienamente senza amarezza, il trionfare gloriosamente alla destra del tuo Figlio, senza nessuna umiliazione; il comandare agli angeli, agli uomini e ai demoni, con potere assoluto e senza resistenza; il disporre, infine, senza alcuna riserva, di tutti i beni di Dio. 
E' questa, o Maria, la parte migliore che ti è stata concessa e mai ti sarà tolta, e ciò costituisce per me una grandissima gioia.
Per mia porzione quaggiù, non voglio altro se non esperimentare quello che avesti tu: credere nell'aridità, senza vedere nè gustare nulla; soffrire con gioia, senza la consolazione delle creature; morire a me stesso di continuo e senza stancarmi; lavorar molto per te, fino alla morte, senza cercare interesse come il minimo dei tuoi servi. La sola grazia che per pura misericordia ti domando è che in tutti i giorni e i momenti della mia vita io dica tre "amen":
Amen a tutto quello che facesti quando vivevi sulla terra;
Amen a tutto quello che fai a desso in cielo;
Amen a tutto quello che operi nella mia anima, perché non vi sia altro che te per glorificare pienamente Gesù Cristo in me, adesso e nell'eternità.
Amen.

- da Il Segreto di Maria opera di San Luigi Maria Grignion de Monfort -


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